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lunedì, 06 novembre 2023

LA STORIA

Il paese di Bova è arroccato sulle pendici di un colle che si innalza per 820 m. s.l.m. ed occupa una superficie territoriale comunale di 46,74 Kmq. Bova ha origini molto antiche come testimoniano rinvenimenti di armi silicie dell’epoca neolitica, ritrovate numerose nel territorio. Anche dentro l’abitato di Bova, nel perimetro del Castello, furono rinvenute schegge di ossidiana, attestanti il commercio primitivo che gli abitanti delle isole Eolie intrattenevano con i popoli vicini a partire dal IV millennio a.C.. Pertanto le rocche del Castello ospitarono sicuramente un insediamento umano di età preistorica. E ancora i numerosi frammenti vascolari, con disegni a meandro, ad impasto lucido nero, di fattura certamente greca, del primo periodo di colonizzazione, comprovano l’antica esistenza di abitazioni nella zona del castello e documentano i vari insediamenti umani nel corso dei secoli.
Tra le popolazioni preistoriche che abitavano tra le rocche e le caverne di Bova ci furono gli Ausoni, dediti soprattutto alla pastorizia, che furono, poi, assoggettati dai coloni greci.
Nei secoli VIII-VI a.C., nell’ambito del vasto movimento migratorio dalla Grecia verso occidente, sorsero lungo la fascia costiera ionica della Calabria, numerose colonie greche, l’abitato di Delia o Deri fu posto, allora, in contrada S. Pasquale, presso la foce di quel torrente. Secondo la leggenda Bova fu fondata da una Regina greca, che sbarcata lungo la costa, sarebbe risalita verso l’interno e fissato la sua residenza sulla cima del colle di Bova, presumibilmente entro le rocche dell’antico Castello.
In età greca Bova subì le sorti della politica locrese, nelle vicende storiche di conquiste e di guerre, fu sottoposta, quindi alla tirannide di Siracusa. Con la vittoria di Roma sui Cartaginesi le terre dei locresi furono sottomesse dai romani, Bova, comunque, poté godere della cittadinanza romana, ma la tranquillità durò poco, infatti, essendo il paese troppo esposto verso il mare, vicino Capo Spartivento, subì le frequenti incursioni barbariche.
Nel 440, infatti, i Vandali, sbarcarono sulle coste lucane e bruzie devastando e saccheggiando le città marittime. Dopo aver occupato la Sicilia, organizzarono scorrerie in Calabria e gli abitanti del litorale per sfuggire alle devastazioni si rifugiarono sui monti, in luoghi più sicuri ed inespugnabili. Fu questo, quindi, il motivo che spinse gli abitanti di Delia a fondare la città di Bova.
Dal IX secolo Bova fu continuamente assediata dai Saraceni: questi pirati che venivano dalla Sicilia, dove erano giunti intorno all’anno 829 provenienti dall’Africa e dalla Spagna, approdavano a Capo Spartivento e spesso, per avversità atmosferiche, erano costretti a fermarsi e, non trovando alcuna residenza, saccheggiavano e devastavano il territorio di Bova. Uno dei più disastrosi assalti saraceni fu quello 953, anno in cui Bova subì per ordine diretto dell’ Emiro di Sicilia, Hassan Ibu-Alì, l’attacco di sorpresa e la strage di molti abitanti, mentre i più furono mandati schiavi in Africa. E ancora nel 1075 gli arabi sbarcando alla marina di Bruzzano occuparono parte della Calabria ed anche Bova fu sottoposta a stretto assedio. In città si accedeva attraverso due porte turrite, porta Ajo Marini e l’altra ubicata nei pressi della Cattedrale. L’acropoli della città di Bova era costituita dall’antica Cattedrale, il Palazzo Vescovile e le case delle famiglie più ricche e nobili, fuori le mura esistevano i due borghi: Borgo di Rao e Borgo S. Antonio con tre torri difensive poste una di seguito all’altra, di una sola delle quali, oggi restano i ruderi. Con la dominazione normanna Bova entrò nel periodo feudale. All’età laico-normanna seguì il feudalesimo ecclesiastico – svevo e Bova fu infeudata all’Arcivescovo di Reggio che la tenne con il titolo di Conte fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità.
Nel corso del XVI secolo, si ebbe un risveglio dell’attività predatrice dei turchi contro l’Italia meridionale e ne klockor kopior derivò la necessità di apprestarsi alla difesa; fu infatti realizzata una linea di torri di guardia lungo tutto il litorale calabrese. Nel territorio costiero di Bova esisteva già, a quel tempo, la Torre di San Giovanni d’Avalos posta sul Capo Crisafi, furono quindi costruite Torre Vivo, completamente smantellata nel 1700, e Torre Varata . Si ha notizia di molte incursioni turchesche nel territorio di Bova. Nel 1572 alla marina di Bova si erano rifugiate due tartane cristiane, per sfuggire all’inseguimento di un naviglio turco, l’equipaggio chiese aiuto ai bovesi e il Governatore della città , alla guida di un numeroso stuolo di cittadini, scese alla marina. La battaglia durò molte ore e i turchi rimasero uccisi sulla spiaggia, il piccolo esercito bovese riuscì a mettere in fuga le navi turche. Il terremoto del 1783 provocò a Bova notevoli danni valutati per cinquantamila ducati.
 
 

LUOGHI DA VISITARE

Il paese di Bova, infatti, è dominato dall’alto dalle rovine dell’antico Castello Normanno, risalente al secolo XI e rafforzato in seguito dagli Aragonesi. Gli stretti vicoli di Bova si intersecano sotto il vigile controllo del castello, e si uniscono in un labirinto di suggestivi passaggi dominati dal calore delle pietre e da un’atmosfera sospesa nel tempo. Atmosfera palpabile e che si può assaporare a pieno passeggiando per le strade del paese. Il modo migliore per conoscere l’essenza del luogo e per non perderne nemmeno uno scorcio. Tra portali in pietra e saliscendi pittoreschi, Bova è capace di regalare emozioni davvero autentiche.

A partire da quella che colpisce ogni visitatore alla vista dell’originale monumento che decora una delle piazze principali del borgo: dal 1987 infatti Piazza Ferrovieri d’Italia accoglie una pesante locomotiva Ansaldo Breda, un ornamento decisamente curioso, specialmente per un paese dove la ferrovia non è mai arrivata. 

La Concattedrale di Bova o Cattedrale di Santa Maria dell’Isodia, è situata in una posizione sopraelevata rispetto al centro storico, in prossimità del Castello Normanno, ed è stata edificata sulle spoglie di un’antica chiesa bizantina. Custodisce opere di rilievo, tra le quali la statua in marmo della Madonna col Bambino, opera sempre del Bonanno del 1584.

A meritare una visita sono anche la tardo rinascimentale Chiesa dello Spirito Santo e la Chiesa di San Rocco, mentre per un’immersione nella cultura locale non si possono perdere gli interessanti musei della cittadina: il Museo della Lingua Greco-Calabra, tempio della lingua grecanica, il Museo di Paleontologia e Scienze Naturali dell’Aspromonte ed il Sentiero della Civiltà Contadina, un museo a cielo aperto che si snoda tra i vicoli del borgo e permette di osservare strumenti antichi, torchi, mulini ad acqua e altri oggetti appartenenti agli usi contadini dei tempi che furono. Non si può lasciare il borgo senza essersi affacciati dalla celebre balconata di Bova, un entusiasmante punto panoramico dal quale è possibile ammirare l’arco costiero poco distante.