LA STORIA

Il comune è di origini antichissime. In tutto l’agro si ritrovano resti d’epoca preistorica (4000 a. C.) e storica. Sepolcri, rottami di fabbrica, fondamenta, pezzi di mosaico, monete, lucerne, statuette ed altro materiale sono stati rinvenuti sia sul luogo dove attualmente sorge il paese, sia in altre località del suo agro: S.Michele, Grotte, Castellano, Piana, Fonte Sambuco, Pezze del Comune, Noce Pagliuca.
L’etimologia del toponimo è controversa. In alcuni documenti dei secoli XI e XII si può trovare sia il nome “Mons Aureus” che “Mons Taurus”. “Mons Aureus” potrebbe derivare dal colore dorato delle sue terre, mentre “taurus” è legato al significato di altitudine. Da uno di questi due nomi venne fuori “Montorius”, mentre l’appellativo “nei Frentani” fu di seguito aggiunto con un Regio Decreto del 1864 per distinguerlo da altri comuni situati al di fuori del territorio regionale questa scoperta porta la data del 1969.
Fonti storiche accertano che durante la seconda guerra Punica il territorio di Montorio fu teatro di scontri tra Annibale e Fabio Massimo. Successivamente con il crollo dell’Impero romano le popolazioni per sottrarsi alle invasioni barbariche, si raggrupparono nello stesso territorio, dove poi nacque il paese attuale. Qui furono costruite le prime abitazioni, intorno al castello e alla chiesa già esistenti, che facevano parte del sistema di difesa studiato da Vito Avalerio e dai De Molisio, entrambi conti normanni, come appare nel Catalogo borrelliano intorno al secolo XII. Montorio così entrò a far parte della Contea di Molise e fu feudo dei De Molisio fino al secolo XIII.
Nel periodo longobardo Montorio fece parte della Ducato di Benevento, appartenendo alla contea di Larino, mentre nel periodo normanno fu compresa nella contea di Loritello (Rotello). In epoca rinascimentale fu conquistato, nell’ottobre 1462, dal re Ferrante d’Aragona, al tempo della lotta dinastica conto Giovanni d’Angiò: è di quel periodo l’insediamento nel Borgo di un gruppo di profughi greco-albanesi scampati alle stragi ottomane. Così pure, è da ricordare la rivolta popolare contro i soprusi del feudatario di metà sec. XVI detta del muro rotto. Di quest’epoca sono le chiese della SS. Annunziata, di Santa Caterina d’Alessandria e dei SS. Marco e Lazzaro.
Nel corso del tempo il paese fu posto sotto il controllo di diverse famiglie sino all’eversione della feudalità. Montorio appartenne a vari feudatari. I primi feudatari furono, verso la fine del 1100, Vito Avalerio ed Enrico Cena. Seguirono, attraverso i secoli: de Molisio (inizi 1200-primi anni del 1300); Gambatesa-Monforte (inizi 1300 fine 1400); de Capua (1500); Castelletti (1600), Mastrogiudice (fine 1600 metà 1700), Ceva-Grimaldi (metà 1700 fine 1800). Il XVII secolo fu un replicas relojes espana/ periodo di depressione a causa anche della pestilenza del 1656 e del terremoto del 1688 che ridussero il paese in misere condizioni; solo agli inizi del ‘700, grazie alla feudataria Sinforosa Ceva- Grimaldi, il paese riuscì risollevarsi dalla crisi.
 
LUOGHI DA VISITARE
 
Chiesa dell'Assunta
Costruita come chiesa normanna, fu fondata nuovamente nel 1738; dopo che il terremoto del 1656 aveva ridotto le tre navate in una sola. La chiesa oggi ha ancora tre navate ricostruite, con pianta basilicale.
La sobria facciata ha un portale con cornice classicheggiante, affiancata da una poderosa torre come campanile. L'interno è decorato da un dipinto fiammingo della Vergine Assunta, da una teca con le reliquie di San Costanzo, inoltre vi è un altare con la pala di Santa Caterina d'Alessandria, e soprattutto la pala di Teodoro D'Errico raffigurante l'Annunciazione dell'angelo Gabriele a Maria.
 
Chiesa di Santa Maria del Carmine
La piccola chiesa ottocentesca è a navata unica, stile neoclassico. Facciata semplice con finestra centrale e un campanile a vela.
 
Palazzo nobile Magliano
In origine forse il castello, il palazzo fu completato dopo la ricostruzione del terremoto del XVII secolo. La possente struttura ha muratura a scarpa, pianta rettangolare con ingresso scandito da un portale con due colonne doriche.