LA STORIA

Non ci sono notizie certe sulla nascita di San Gregorio Matese, si può supporre la presenza di un villaggio già in epoca sannitica, come attestano le numerose tombe di soldati rinvenute nella zona di Santa Croce e risalenti alle guerre sannitiche; tuttavia queste tombe non danno la certezza che vi fosse un abitato civile già in quell'epoca.
Nei secoli dell'alto Medioevo il territorio di San Gregorio Matese fu dipendenza del Monastero di San Vincenzo al Volturno: il primo documento che attesta l'esistenza della chiesa e di un piccolo monastero è una Bolla di Papa Pasquale I (817-824).
Il nome San Gregorio non deriva con certezza da quello del Monastero, ma esso dovette sicuramente influenzare il primo insediamento che viveva prettamente di pastorizia.
Il territorio fu per secoli un casale di Piedimonte Matese per cui la successione feudale fu la stessa di Piedimonte Matese. Nel 1584, con la costituzione del catasto onciario, il popolo risultò formato da pochi ceppi che erano tutti pecorai, braccianti o vaccari inoltre non aveva rappresentanti propri ed era rappresentato dai Consiglieri di Castello.
Solo nel 1748 San Gregorio divenne autonomo. Con l'Unità d'Italia il paese fu al centro dell'attenzione politica dell'intera valle del medio Volturno per le vicende del Brigantaggio che interessarono tutta la zona del Matese tra il 1860 e il 1870.
Le prime bande comparvero nel febbraio-marzo del 1861: il loro scopo era armarsi e fomentare il popolo basso contro i possidenti. A mano a mano però il Brigantaggio perse i contenuti legittimisti e si rivelò sempre più conseguenza del malcontento e dei dissidi tra famiglie preminenti in difesa di antichi e nuovi privilegi.
Nella prima metà del XX secolo San Gregorio ebbe un periodo di grande sviluppo. Dal 1954 fu chiamato San Gregorio Matese per identificarsi con la comunità geografica e culturale del Matese.
 
LUOGHI DA VISITARE
 
Lago Matese: Circondato dai monti Miletto e Gallinola, il lago replicas bolsos hermes è lungo otto chilometri, largo poco meno di due e profondo circa dieci metri. E’ presente una vegetazione palustre in cui è facile scorgere marzaiole, folaghe, oche e germani reali. Tra le specie ittiche si segnalano tinche, carpe, lucci, persici. Per visitarlo è possibile servirsi delle tipiche imbarcazioni di uso locale (lontri).
 
Di notevole interesse storico-artistico sono:
i ruderi della chiesa e del monastero del IX secolo conosciuti con il nome di "LE MURA" dalle quali prende il nome la ProLoco;
la Chiesa di Santa Maria delle Grazie del XVI secolo con annesso antica abside rettangolare oggi conosciuta come Cappella di S. Michele, alle spalle di quella attuale semicircolare, costruita agli inizi degli anni 1980 e raggiungibile attraverso una serie di rampe dalla sagrestia;
la Chiesa della Piana del Lago con caratteristiche pitture murali del professor Tirrito;
gli antichi palazzi Del Giudice, Caso (della Calcarella), Caso (della Fontana) e Villa Ginevra, sede del Municipio;
il caratteristico "Vico Stretto" che nel punto più stretto, appunto, è largo soltanto 45 cm;
la splendida villa comunale, una volta folto giardino botanico realizzato da Beniamino Caso e da lui intitolato a sua madre da cui il nome di "Villa Luisa", ricco di essenze arboree come i faggi.
Non lontano dal centro abitato, in località Santa Croce, alle spalle della chiesetta omonima, furono rinvenute alcune tombe sannitiche, che facevano presupporre l'esistenza di un''ntica necropoli in loco. I resti sono scomparsi, in parte inglobati nelle fondamenta della chiesetta e nella successiva piantumazione del piccolo bosco.