L'attuale abitato fu fondato nel X secolo circa ed ebbe origine da un insediamento di abitanti del posto, che a seguito della distruzione dei vari casali, ai quali era riconosciuta autonomia amministrativa, ritennero di dover risiedere nelle immediate vicinanze dell'abbazia benedettina, edificata dall'Abate Domenico di Sora e presidiata dal monaco Amico; il luogo sacro all'epoca era una cittadella fortificata e forniva anche protezione di tipo militare. Le ipotesi sull'accezione "Avellana" sono parecchie, ma la più accreditata è che possa derivare da "Volana", città sannitica distrutta durante la terza guerra sannitica nel 458 a.C. dal console romano Spurio Carvilio. Il paese di San Pietro Avellana, situato sulla Linea Gustav, venne minato dai tedeschi durante la loro ritirata nell’autunno del 1943.
LUOGHI DA VISITARE
Le principali attrazioni turistiche sono la chiesa parrocchiale dei SS. Apostoli Pietro e Paolo con annessa cripta ove si conserva il corpo di Sant'Amico, l'eremo intitolato al medesimo Santo e sito nell'omonimo bosco che circonda l'abitato, le Mura ciclopiche di epoca sannitica sulla sommità di Monte Miglio, la Fontana Grande del XVIII secolo, le Sorgenti di Pesco Bertino, di Capo di Vandra e quelle della fonte Calante, i ruderi della Taverna del Sangro, di resti di una torre medievale.
Da visitare è anche il Museo Civico Archeologico, dedicato alle tradizioni, alla civiltà contadina e all'archeologia del territorio.
In località "Montagna" si trovano l'Osservatorio astronomico "Leopoldo del Re" ed il Planetario che riproduce la volta celeste con circa 20.000 stelle.
Il paese fa parte a pieno titolo dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, in occasione della Fiera del Tartufo Nero di San Pietro Avellana la seconda domenica di Agosto vengono allestiti stand per la distribuzione e la degustazione del prezioso tubero, l’evento è allietato da spettacoli musicali e dalla caratteristica gara cinotartuficola, l’appuntamento si ripete il 1 Novembre in occasione della Mostra Mercato del Tartufo Bianco quando il Tuber magnatum pico diventa il protagonista.