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LA STORIA

Il nome Salgareda deriva da salghér, appellativo locale di salice, albero che si trova frequentemente lungo i fiumi, nelle campagne e presso i fossi. L'origine di Salgareda è antica, si pensa al periodo neolitico, tra il 2000 e il 1000 a.C. Ne fanno da testimoni i numerosi reperti litici ritrovati a Campodipietra, soprattutto nella località Paradiso e lungo il canale della Bidoggia.
Il territorio di Salgareda è attraversato da vari corsi d'acqua, il Piave, la Bidoggia e la Grassaga, le sponde dei quali erano anticamente coperte da boschi. Nel 1437 a Venezia venne rinnovata una deliberazione che riguardava la legna da ardere proveniente dai boschi che si trovavano lungo questi corsi. I nobili veneziani Foscari, Gritti, Correr, Gradenigo, Giustinian e Melchiori possedevano vasti terreni che si affacciavano sulle chiare acque. Così, verso la fine del XVII secolo, iniziarono a costruire le loro residenze di campagna. Tra queste vale la pena ricordare Villa Giustinian, attualmente Molo-Traverso: nel '700 era proprietà della famiglia Querini, la quale ospitò il pittore veneziano Gabriel Bella. Durante la sua permanenza nella villa, l'artista dipinse le note "Scene di vita veneziana" che oggi si possono ammirare presso la Pinacoteca Querini di Venezia.
 
 
 
LUOGHI DA VISITARE
 
Chiesa parrocchiale di Salgareda: iniziata a costruire nel 1920, su progetto degli architetti Alberto Alpago Novello, Ottavio Cabiati e l'ing. Giovan Battista Schiratti, aperta al culto il 31 gennaio 1922, fu consacrata il 29 settembre 1937. Lo stile architettonico è classicheggiante.

Chiesa di Campobernardo: edificata dopo che il primo conflitto mondiale aveva determinato la distruzione della chiesa precedente. Lo stile architettonico è romanico.

Chiesa di Campodipietra: ricostruita nel 1923, sfoggia tuttora la facciata settecentesca rimasta intatta durante la prima guerra mondiale.

Oratorio di Candolè: costruito dalla nobile famiglia veneziana dei Correr nel 1536, fu dedicato alla Vergine Assunta. Essendo l'Assunta anche patrona della chiesa arcipretale, nel 1837, il vescovo di Treviso, Sebastiano Soldati, tolse la titolarità primigenia dedicando l'oratorio alla Natività di Maria, fu così rimossa dall'altare maggiore la pala che rappresentava l'Assunta e sostituita con l'attuale che raffigura, appunto, la Natività della Vergine. L'unico segno distintivo dell'originaria titolarità è rimasto scolpito sull'architrave in pietra esterno della porta d'ingresso e ancora leggibile: "Templa Dei supplex – Assumptae et Virginis aras ingredere – ast opus his sis – memor esse fide" [entra implorante nel tempio di Dio – nella casa dell'Assunta e Vergine – ricordati che qui necessita la fede]. L'oratorio è stato restaurato nell'ultimo decennio del secolo scorso. Durante i lavori di restauro sono emersi i fregi dei Correr, delle decorazioni seicentesche e le croci di consacrazione. La pala dell'altare intitolata alla "Natività di Maria", è opera del bellunese Giuseppe Zais.

Oratorio di Sant'Antonio in via Chiodo: L'edificio risale ai primi decenni del Settecento; Fatto erigere dalla famiglia patrizia veneziana Grassi, ospitava un altare barocco e tre simulacri di marmo di Carrara: Sant'Antonio di Padova, San Pietro d'Alcantara e San Francesco di Paola. Su una parete laterale era collocata la statua di San Valentino, di fattura ottocentesca, in pietra tenera di Vicenza e mutilata delle mani e del capo da un bombardamento durante la Prima Guerra Mondiale. Nella parete opposta era ospitata la statua lignea di Santa Maria Maddalena trafugata durante l'occupazione austriaca del 1917/1918. Oggi, di proprietà comunale, versa in completo stato di abbandono e le quattro statue sono collocate provvisoriamente nella parrocchiale (Sant'Antonio) e nell'oratorio di Candolé, quelle degli altri tre santi precitati.

"Bike Tribe Mtb Trail" Percorso ciclo pedonale lungo il fiume Piave: inaugurato nel luglio 2007, il tracciato ripercorre l'antico sentiero utilizzato dai barcaioli che trainavano con i muli i barconi carichi di ghiaia. Il sentiero è stato recuperato grazie all'iniziativa del Comune e della Provincia che hanno appoggiato l'iniziativa della locale squadra di mountain-bike, Bike Tribe Mtb Team. Si corre seguendo il fiume, tra boschi secolari, prati e vigneti. A sud del tracciato è previsto il  collegamento con il sentiero in comune di Noventa di Piave (VE) che conduce fino alla foce del fiume a Cortellazzo, in comune di Jesolo (VE). Il percorso rientra nel progetto Alpe-Adria mtb trail che collegherà Monaco di Baviera a Venezia.
 
Casa delle Fate di Goffredo Parise, l'ultima dimora di uno dei più grandi scrittori Italiani del Novecento che, a Salgareda, sul Gonfo del Piave, trascorse gli anni più proficui e scrisse la sua opera più famosa "I Sillabari". La casa, posta a ridosso del percorso ciclabile per mountain bike è visitabile su richiesta ed è sede di importanti eventi culturali.


Villa Rebecca e Oratorio della Beata Vergine della Salute. La villa, costruita dalla famiglia Rebecca nel 1907 con l'oratorio tuttora esistente, fu demolita dalle artiglierie italiane durante il I conflitto mondiale. Quella attuale, costruita più all'interno rispetto alla strada, fu realizzata in due momenti: all'inizio degli Anni Venti, la parte est, mentre la parte Ovest alla fine degli Anni Trenta. L'oratorio, invece, d'aspetto Art-Decò, fu costruito nel 1907 e rappresenta uno dei rarissimi esemplari di edifici sacri con questo stile, essenzialmente impiegato negli edifici civili. Anch'esso lesionato dalla Grande Guerra, fu restaurato e riaperto al culto il 21 novembre del 1938 (festa della Madonna della Salute). Un ultimo radicale restauro fu effettuano nel 2007 ad opera della nuova proprietà, la ditta Bonotto spa, alla quale appartiene anche l'adiacente barchessa. La villa, invece, durante gli anni 2008-2009, dopo l'acquisizione da parte dell'Amministrazione Comunale, è stata oggetto di un restauro totale e ben riuscito sotto l'aspetto filologico.