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LA STORIA

La fondazione di Fornelli è da collegare a quel grande cambiamento che interessò l’Alta Valle del Voltumo tra la metà e la fine del X secolo, quando gli abati di San Vincenzo al Voltumo, all'indomani del ritorno da Capua, cercarono di ristrutturare e ripopolare la "Terra S. Vincentii" attraverso la realizzazione di insediamenti e castelli, che si trasformarono in basi essenziali per la rinascita economica del territorio diventando simbolo dell’affermazione di poteri di tipo signorile da parte del monastero. Le vicende di Fornelli sono strettamente connesse a quelle di altri due castra fondati nel X secolo nella zona orientale della "Terra S. Vincentii": il castrum S. Angeli e di Vadu Traspadini nella fertile piana di Valle Porcina. Mentre i primi due sono centri ancora abitati, quello di Valle Porcina venne abbandonato nel XV secolo. Nel luglio de1972 l'Abbazia di SanVincenzo al Volturno stipulò due contratti identici per forma, contenuto e area interessata, riguardanti il primo gli abitanti di Vadu Traspadini ed il secondo quelli di S. Angelus e di Bantra. Ambedue riguardano esplicitamente la fondazione di castelli e tutti e tre i siti menzionati sono circondati dai medesimi confini geografici: è da ritenere che San Vincenzo avesse provveduto a creare un’unica entità territoriale incentrata su questi tre insediamenti con lo scopo di creare una sorta di linea di difesa contro le minacce dei Conti d’Isernia. Fornelli apparirà per l’ultima volta nel Chronicon Vulturnense nel documento del 1058 relativo alle terre restituite dai Borrello al Monastero di San Vincenzo. Dall’analisi dei documenti emerge un dato particolare riguardante il nome del castrum. Nella rubrica ai documenti 107 -112, il monaco Giovanni riporta la notizia che l’Abate Paolo II (957-981) fece costruire, tra gli altri, un castello "in locum ubi dicitur Bantra", così come ritroviamo anche nel documento di fondazione. Bantra diventerà Vandra nei due documenti relativi alla vicenda Landolfo il Greco, ma già nella rubrica pertinente all’abbaziato di Giovanni III il cronista non chiama più il castello solo Vandra, ma aggiunge "quod dicitur Fornellu" e un Castrum Fornellum si incontra nel documento relativo all'Abate Giovanni V che resse l'Abbazia di San Vincenzo tra il 1053 e il 1076. Da quanto detto fino a questo punto si può ipotizzare che il castello del X secolo nasce col nome di Vandra o Bantra per poi mutarlo in Fornelli intorno all'XI secolo, nome da legare probabilmente alla presenza di forni per la lavorazione dei metalli. Il paese, restituito alla Badia di San Vincenzo nel X secolo come feudo ecclesiastico, viene occupato a partire dal 1443 da famiglie nobiliari: i Pandone, i Galluccio, fino ai Caracciolo e ai Dentice. Nel 1855 il titolo marchesale viene riconosciuto ai Carmignano, attualmente il Palazzo che conserva in maniera pressoché integra la sua magnificenza appartiene alla famiglia Laurelli. Fornelli è entrato nella storia recente nell'ottobre del 1943, scrivendo le prime gloriose orologi replica pagine della Resistenza all'occupazione nazista nel Sud dell'Italia con l’eccidio di sei cittadini che pagarono l’opposizione ai soprusi dei militari tedeschi affrontando la morte per impiccagione. E’ stato insignito della Medaglia al Valor Militare nel 1973 a testimonianza imperitura del sacrificio dei "Martiri di Fornelli". Presso la Cappelletta situata a Castelcervaro, nel luogo dove avvenne l’eccidio, ogni anno, il 4 ottobre, i fornellesi ricordano il tragico avvenimento storico in una commovente cerimonia. Il territorio fornellese è ricchissimo di evidenze archeologiche soprattutto di età medievale e resti di numerosi castra diruti sono stati individuati su molte delle colline che dominano quella zona. Degno di nota è il Seggio, un alto promontorio a circa 5 Km a est di Fornelli dominante il torrente Vandra. Ai piedi del Seggio correva la Via Antiqua che da qui proseguiva fino alla località Colle del Finocchio dove, su un alto picco roccioso, ancora oggi è visibile un castello. Alle sue pendici sono state individuate un’area funeraria ed una cappella “extra castrum".
 
LUOGHI DA VISITARE
 
S. MICHELE ARCANGELO
È la più antica dell'abitato , e situata al culmine di esso. Vi si accede mediante due scalee: la principale, che immette all'ingresso del prospetto, la secondaria che si svolge lateralmente a questo.È divisa in tre navi, a tre archi ciascuna, complessivamente larghe metri 13, lunghe metri 21 e alte metri 9. Di pregevole, annovera l'altare maggiore in marmo. L'edificio ebbe notevoli restauri compiuti nel 1763, e il 21 agosto dello stesso anno fu consacrata dal vescovo di Gaeta mons. Carmignano, che si trovava in villeggiatura presso il germano, titolare feudale del luogo. Negli anni ottanta la chiesa è stata restaurata di bel nuovo, mercè il contributo dei fedeli e del Comune. E' sede della Confraternita laicale dell'Assunta.
 
SAN PIETRO MARTIRE
Piccola chiesa votiva al patrono comunale. Non presenta nulla di notevole.
 
ASSUNTA
Cappella che ha dato il nome alla Confraternita laicale con sede nella parrocchiale.
 
ANNUNZIATA
Distante circa mezzo chilometro dall'abitato, ed ubicata in contrada Chiuselle, a cavaliere del Vandra. Appartiene alla famiglia Lancillotta.
 
S. MARIA DELLE GRAZIE
È ubicata in contrada Chiuselle, presso la strada provinciale campana, e dista più di tre chilometri dall'abitato.
 
PIAZZETTA DELLA LETTURA
E' ubicata nel cuore del centro storico.