LA STORIA

La più antica notizia sul comune risale al 1404, anno in cui risulta feudo della famiglia Santangelo, che lo tenne fino al 1426. Nel 1443 passò ai Pandone, conti di Venafro, che nel 1453 lo cedettero ai Sanfromondo. Agli inizi del secolo XVII era feudo dei Tomacelli; in seguito passò ai Moccia, famiglia in auge ai tempi di Roberto d'Angiò. Per tramite di Beatrice Moccia, che aveva sposato Fulvio Di Costanzo, il feudo passò a questi ultimi e Fulvio ebbe il titolo di principe. Maria Di Costanzo, figlia di Fulvio, sposò Ascanio Filomarino che divenne il titolare del feudo. La famiglia Filomarino, di origine sorrentina, ne detenne il possesso fino all'eversione feudale. Da sempre parte della diocesi di Boiano, per tutto il periodo feudale appartenne alla contea di Molise. Nel 1805 un violento terremoto la colpì replicas relojes danneggiandola in modo gravissimo. L'etimologia del toponimo non è chiara: non sembra coinvolgere, comunque, il nome del personaggio classico padre di Enea. Tra i monumenti di un certo valore figurano: la chiesa di Santa Maria degli Angeli, di origini antichissime; la chiesa di S. Sisto che apparteneva ai Tomacelli; l'antichissima chiesa di Santa Margherita Vergine e Martire, situata a 3 km dall'abitato. Fino al 1881 ha conosciuto una costante crescita demografica: da allora ha invertito la tendenza.  
 
 
 
LUOGHI DA VISITARE
 
S Maria degli Angeli:
La chiesa parrocchiale o “chiesa madre”, come viene chiamata comunemente dalla gente, ha origini remote e questo è testimoniato anche dalla presenza di un battistero in pietra a forma ottagonale nella parte superiore e con otto stemmi in rilievo per ogni spigolo di epoca medioevale. Studi di araldica in futuro decifreranno meglio gli stemmi che risalgono alla fine del 1200 inizio del 1300. Le bolle episcopali del 1500 ne danno menzione chiamandola “chiesa arcipretale S. Maria degli Angeli". I registri parrocchiali dei battezzati, cresimati, dei morti ne parlano a partire dal 1603. La chiesa, da quello che si apprende dai registri parrocchiali dei morti del 1700, oltre a servire per le celebrazioni liturgiche, accoglieva nella cripta e nel suo interno le sepolture dei morti. Altre testimonianze che abbiamo sulla chiesa, prima del terremoto del 1805, sono date dagli altari collocati in fondo alle due navate laterali. A quello di destra vi è inciso nel marmo ad entrambi i lati lo stemma della famiglia principesca Di Costanzo, segno che quella cappella era di diritto patronale. A quello di sinistra vi è il bellissimo altare in marmo con il bassorilievo della Madonna del S. Rosario con incisa la data A.D. 1752. Lo stato della chiesa era buono fino al 1805 quando, con il terremoto, fu abbattuta totalmente al punto che fu necessario fare un nuovo progetto e replique montre iniziare una impresa non facile per la ricostruzione. Il progetto, superbo per la maestosità e l'imponenza, fu affidato all'architetto Presutti Vincenzo. La facciata esterna fu progettata in ordine ionico, la disposizione interna in ordine corinzio. Nell'insieme la chiesa ebbe un buon assetto architettonico a tre navate: la navata centrale alta 20 metri e lunga 27, le navate laterali lunghe 20 metri ciascuna; l'area totale interna risultava di 540 metri quadrati. Il tempo per riedificare e ampliare la chiesa durò alcuni anni e le spese furono enormi. 
 
La Chiesa di S. Margherita:
È situata in località Parco a circa tre chilometri dal centro abitato e la si può raggiungere con comodità, per mezzo della strada asfaltata, anche dalla Bifernina. Le origini della piccola chiesa sono remote e alcune pietre, trovate in passato e ora sepolte, fanno ipotizzare, in quel posto, l'esistenza di un tempietto di epoca pagana. Come chiesa esisteva già prima del 1500 e accanto vi era un romitorio in cui viveva un eremita che ne curava la manutenzione. Sopra un embrice è stata trovata impressa la data del 1720, anno in cui fu restaurata. È riportata disegnata su una cartina in pergamena dell'agrimensore Nicolò Pascale di Casalciprano del 1737. Essendo nel 1893 in stato di deperimento, si costituì un comitato per edificare una nuova cappella a croce greca. Nel 1898 della nuova cappella furono portati a termine solamente i muri e il tetto. Il tetto della nuova cappella, lasciato in completo abbandono, crollò nel 1920. Si procedette allora agli indispensabili ritocchi e riparazione dell'antica chiesa. Nel 1927, la statua di Santa Margherita in legno, bellissima, venne fatta restaurare sul posto da un bravo artista. Nel 1937 il materiale ricavato dalla cappella che pochi anni prima era crollata fu venduto da Mons. Antonio Di Petta che vendette anche l'oro di tutte le chiese di Colle d'Anchise con il permesso dell'Ordinario Diocesano ed il ricavato fu impiegato per i grandi restauri della chiesa arcipretale di Santa Maria degli Angeli. Visitando oggi la chiesetta si entra in una radura circondata da folti alberi di querce, dove infondo si staglia la bianca cappella. Il frontale è costituito da quattro pilastri costruiti con blocchi di pietra rettangolari, lavorati a punta di scalpello. I pilastri sono intercalati da una striscia di intonaco bianco. Al centro spicca la porta d'entrata in legno di color marrone incorniciata da pilastrini di pietra lavorata. Nella parte posteriore c'è il campanile con due piccole e belle campane. L'intonaco è deteriorato. Nessuna data è incisa sui muri.
 
Cappella di San Nicola:
Sorge in mezzo ad una piccola radura a circa due chilometri ad Ovest dell'abitato di Colle d'Anchise ed è collegata con il paese da una strada rotabile che è la continuazione di via Campo di Maggio e che porta fino a Spinete. È servita da corrente elettrica. Sulla facciata anteriore c'è la porta d'ingresso. In alto, ad un metro circa dalla porta, c'è una piccola nicchia contenente la statua di San Nicola alta circa mezzo metro. Sovrasta la facciata il campanile a piramide con in cima una croce di ferro. Intorno alla chiesa dalla parte della strada e stato realizzato un muro di sostegno in pietra e la chiesa, per tutto il perimetro, è circondata da una staccionata di legno. Spazzata dai venti invernali, frustata dalla grandine e dalla pioggia, riarsa dal sole estivo, solitaria, circondata da boschi di querce, la chiesetta domina la valle. Sulla parte sinistra del sagrato c'e una colonnina con in cima una croce di marmo.
 
Parco della Lettura in Piazza Italia allestito con tronchi libreria e casette di legno.