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LA STORIA

Miranda è stata fondata prima del 1000, appartenne alla contea di Isernia nel periodo longobardo ed a quella del Molise durante la dominazione normanna e sveva. Da qui al periodo angioino non si ha alcuna notizia. Nella seconda metà del 1200 una parte del feudo venne concessa a Giovanni De Guissa e l’altra parte ad Andrea D’Isernia da Carlo D’Angiò . Nel 1297 Andrea D’Isernia cedette al De Guissa il Castello di Croce in cambio dell’ intero possesso di Miranda. Dopo la morte di Andrea D’Isernia, nel 1316, il figlio Tommaso, prese il possesso del feudo. Alla dinastia dei D’Isernia successe nel 1445 quella dei Di Somma con a capo Nicola Di Somma. Alla sua morte salì al trono il figlio Giovanni al quale successe Troiano, suo primogenito, per opera del quale, nel 1493, iniziarono i lavori di costruzione della Chiesa madre Santa Maria Assunta. Nel 1525 Troiano morì, gli successe la nipote Silvia Di Somma alla quale, nel 1528, venne sottratto il trono per l’ infedeltà di un vassallo. Nello stesso anno, il principe D’Oranges consegna Miranda nelle mani di Luigi Scriviano. Nel 1532 la popolazione di Miranda ammontava a 435 abitanti. Di lì a poco, il paese, trovandosi nel Demanio, fu messo all’asta e nuovamente acquistato per 9000 ducati dalla corte dei Di Somma, che in quel periodo era governata da Nicolò, zio-cugino di Silvia.La dinastia continuò con Vincenzo, seguito da Gianbattista al quale fu conferito il titolo ducale.
Nel 1585 fu edificata la fontana urbana sulla quale venne scolpito l’attuale stemma di Miranda raffigurante due torri accostate, che oggi si trova sulla facciata dell’ ufficio postale, mentre prima era rappresentato su una delle porte che accedeva al castello, demolito nel 1950. Alla morte di Gianbattista si concluse la dinastia dei Di Somma, poiché egli non aveva avuto eredi. A prendere le redini di Miranda furono i Crispano, con Pietrantonio, nipote di Giambattista. Nel 1640 Pietrantonio Crispano morì e il feudo passò al fratello Marcello, visto che Pietrantonio non aveva avuto eredi diretti. In questo periodo Miranda contava circa 730 abitanti. Marcello, in mancanza di figli maschi, lasciò il paese alla sua unica figlia, sposata con un componente della famiglia Caracciolo. Fu così che la famiglia Caracciolo venne in possesso di Miranda. A Giulio Cesare, figlio della Crispano, successe il figlio Francesco, dopo il quale salì al trono la figlia Marianna che sposò Francesco Caracciolo , duca di Altripalda. A quei tempi, Miranda contava 1720 abitanti. Il 4 giugno del 1786, Marianna morì. Unica erede di Marianna e Francesco era Gaetana, che fu l’ultima titolare del feudo che allora contava 2063 abitanti. Gaetana rimase vedova nel 1796 di Fernando Caracciolo, principe Torella. L’anno successivo si risposò con Onorato Gaetani dell’ Aquila d’Aragona, dal quale ebbe una figlia, Marianna, che nel 1810, anno in cui Gaetana morì, divenne unica erede dei suoi beni. Tre anni prima della morte di Gaetana, nel 1807, Miranda era stata assegnata al Distretto e Governo di Isernia, con il sindaco Filippo Patriarca. Cessato il dominio ducale, il paese si estese man mano sino a formare l’attuale “ferro di cavallo”.
Nel 1822 Marianna sposò Giuseppe dei Medici, principe d’Ottaiano, che morì il 15 Settembre del 1850. In questo periodo il paese venne arricchito di artistici lampioni alimentati a petrolio, furono pavimentate anche le strade con delle caratteristiche selci bianche. Nel 1835 la popolazione era giunta sino a 2154 persone, mentre nel 1861 scese a 1983. Michele dei Medici, principe di Venafro, duca di Altripalda, principe d’Ottaiano e duca di Miranda, era il primogenito di Marianna e Giuseppe, morì nel 1881. Suo figlio Giuseppe morì nel 1894 e non avendo prole, lascia i titoli ducali a sua sorella Angelica, moglie del conte Alfredo Monreale, tuttavia ella li cedette alla nipote Teresa Santasilia, moglie di Alessandro Capece Minutolo dei Marchesi di Bugnano. Con gli atti del notar Mancini del 14 Settembre del 1898, il territorio di Miranda fu dato in enfituesi a 60 proprietari mirandesi, i quali assunsero l’obbligo di pagare l’annuo canone di lire 650.000 , con il diritto dell’ affranco in 10 anni, ma incoraggiati dal sindaco il Cavaliere Ernesto Franceschelli, ne fecero donazione al comune, che attualmente è il possessore dell’intero territorio.
Nel 1901 la popolazione ammontava a 2003 abitanti. A causa di questo aumento della popolazione, il castello, che sorgeva sul costone della Prece, venne incendiato allo scopo di utilizzare le sue pietre come base per la costruzione delle case. In quel periodo il comune diede alle strade i nomi che hanno attualmente. Il primo conflitto mondiale del 1915 -1918 vide 28 vittime mirandesi e molti feriti. Nel 1924 il paese ebbe la luce elettrica e l’anno dopo festeggiò l’arrivo dell’acqua potabile della “Fonte della Noce”, grazie all’interessamento del sindaco Ruggero Labella. Da questo periodo fino alla fine della seconda guerra mondiale la popolazione mirandese diminuì, anche a causa dell’emigrazione. Tra il 1928 e il 1936, Miranda cessò di essere un comune autonomo e fu aggregato al comune di Isernia. Anche se i mirandesi versarono sangue per la propria patria durante la seconda guerra mondiale, il paese fortunatamente non venne scosso da bombardamenti, a differenza di Isernia, che venne distrutta sotto gli occhi di molti cittadini mirandesi. I soldati tedeschi a quell’epoca, arrivarono comunque a Miranda, ma solo per rifornirsi di cibo, suini e bovini, sottratti alle poche persone rimaste in paese.
 
LUOGHI DA VISITARE
 
La chiesa principale del comune è la cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita nel 1493 e ultimata soltanto a metà del XIX secolo. Nel 1798 la facciata subì un importante lavoro di restauro, seguito da un secondo intervento nel 1919, come ricorda l'iscrizione riportata immediatamente sotto il timpano: Piae fidelium oblationes hanc frontem restaurarunt MCMXIX (Le pie offerte dei fedeli restaurarono questa facciata).
Altro importante edificio religioso è la cappella di Santa Lucia, ubicata sui monti che circondano l'abitato e da cui si gode della visuale dell'intera vallata di Isernia. Prospiciente alla chiesa vi è una grotta in cui una leggenda locale vuole essersi rifugiata la santa nel tentativo di sfuggire ai suoi persecutori; in suo onore, è consuetudine recarsi l'ultima domenica di agosto in prossimità della cappella e trascorrervi l'intera giornata, assistendo alla messa e accampandosi per un lauto pranzo familiare.