LA STORIA

I monti sovrastano l'antica fortezza, testimoni, nei secoli, delle vestigia di Serra: un passato importante che ancora oggi si coglie dall'osservazione attenta delle edificazioni civili e religiose, dell'impianto urbanistico della città murata, dei centri rurali sparsi nel territorio del comune, ricchi di testimonianze di cultura. Le origini di Serra San Quirico risalgono a tempi assai remoti per la posizione chiave del luogo. I documenti storici ritrovati nel nostro territorio parlano di epoche antichissime, con segni tangibili della civiltà etrusca, picena e romana; oltre al ritrovamento di una necropoli di Galli Senoni. Si suppone che Serra sia sorta come caposaldo romano all'imbocco della Gola della Rossa, passaggio obbligato per Roma e punto di grande importanza strategica. Un primo insediamento di uomini che si arricchì a poco a poco di edifici e fortificazioni; che crebbe e si consolidò all'ombra di Roma. Nel primo Medioevo fu incorporata nell'esarcato di Ravenna e più tardi nella circoscrizione carolingia della Marca Inferiore. Inquadrata in questa sistemazione, Serra attende gli albori dell'anno Mille, allorché, rinnovata nelle strutture e nello spirito, rinascerà sotto l'impulso vigoroso del monachesimo, rappresentato da S. Romualdo Abate. Alle pendici dei Monti del Sole, sorge Domo, il primo dei quattro castelli serrani, circondato da mura che ne rivelano il carattere di antica fortificazione, fondato, si suppone, da alcuni osimani fuggiti dalla loro città assediata dai barbari. Proseguendo verso levante si giunge a Castellaro, detto anticamente Rotorscio, dal nome della feudataria Rodossa. Domina un panorama vastissimo, dai monti di Pesaro ai colli fermani. I pochi e cadenti ruderi della rocca ed una parte ristrutturata dell'antico castello ne raccontano ancora la millenaria storia. Poco più ad oriente, in vetta ad un alto colle, sorge Sasso, castello fortificato fin al 1200. Di antichissima storia, fu sede del capitano del Popolo, eletto ogni sei mesi. Serra S. Quirico Stazione, l'attuale grossa borgata adagiata sulla riva del fiume Esino e sede di un antico mulino, nacque intorno alla chiesa di S.Maria di Loreto, edificata nel XVII secolo per accogliere i viandanti che si accingevano ad attraversare la Gola della Rossa infestata di pericolosi briganti. Il 18 settembre 1841 il Borgo ebbe l'alto onore della visita pontificia di Gregorio XVI, proveniente da Loreto, il quale non avendo tempo di salire al castello, si fermò accolto da numerosi fedeli, nella chiesetta di Santa Maria di Loreto, dove si fece portare la Sacra Spina dal paese, per poterla venerare. Nell'anno 1865 per la stazione di Serra S. Quirico transitò il primo treno della ferrovia Ancona-Roma, tra gente vicina e lontana accorsa ad ammirare il progresso che avanzava. Negli anni cinquanta, Don Elvio Scipioni, grande esempio di bontà e solidarietà umana, edificava, con il contributo di diversi benefattori, il complesso parrocchiale del Santuario “Cuore Immacolato di Maria”, intorno al quale si aggregò una intraprendente comunità dando origine all’attuale frazione di Borgo Stazione”.
 
LUOGHI DA VISITARE
 
Chiesa di Santa Lucia:
La chiesa, appartenuta ai monaci benedettini Silvestrini, ha origini medievali. Completamente ricostruita nella seconda metà del XVII secolo è ad oggi uno degli scrigni barocchi più belli delle Marche. La chiesa ha un interno straordinario, intarsiato dai superbi altari lignei dorati attribuiti al francese Leonardo Scaglia (metà del XVII sec.) e dalle sculture a stucco, che conferiscono al complesso un aspetto caldo e accogliente. Notevoli anche il coro ligneo, l’altare maggiore in marmi policromi, opera di Giovanni Fabbri da Sant’Ippolito (XVIII sec.) e il soffitto affrescato (1694).  Di assoluto rilievo le pitture che adornano gli altari, vero e proprio repertorio dell’arte barocca. Cinque grandi tele coronano l’abside e rappresentano le “Storie di santa Lucia”, capolavoro di Pasqualino Rossi (1641-1718). L’artista viterbese Giovanni Francesco Romanelli (1610-1662) firma invece la “Vergine appare a Sant’Ugo”, mentre l’elegante “Sacra Famiglia e santi” è del noto pittore Giuseppe Cesari detto il “Cavalier d’Arpino” (1568-1640). Perfettamente inserto nel contesto decorativo barocco della chiesa l’organo (1675), che sovrasta l'entrata.
 
Cartoteca storica delle Marche:
Negli ambienti monumentali dell’ex-monastero di Santa Lucia (XVIII sec.) è stato allestito un vero e proprio museo storico cartografico, che ospita una nutrita collezione di carte, mappe ed incisioni, fondamentale per comprendere la geografia storica delle Marche. La raccolta è suddivisa in tre sale e propone una ricostruzione didattica della storia della rappresentazione cartografica del territorio.
 
Centro Storico:
L’importanza del castello, sorto nel XII secolo, è documentata dalle sue fortificazioni. Il sistema difensivo è imponente, così come l’estensione dell’antico castello medievale, interamente conservato, uno dei più grandi della Vallesina. Le sue mura consentono di godere dell’ampio panorama agreste della valle, nonché delle aspre pareti del Monte Murano. Suggestive poi le caratteristiche Copertelle, passaggi coperti lungo le mura sovrastati dalle abitazioni, che si aprono verso l’esterno con ampie arcate, facendo del borgo un complesso inespugnabile. Due erano le porte d’ingresso al paese: Porta Pesa e Porta Forchiusa, delle quali si può apprezzare ancora la struttura architettonica, così come dei numerosi torrioni che intercalano le mura.Il castello è sovrastato dall’imponente torre del Cassero del Trecento, baluardo del paese e punto di vedetta strategico per dominare la Vallesina.
 
Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi:
L’ex-monastero di Santa Lucia ospita anche la Sede operativa del Parco. Nato nel settembre 1997, è una tra le ultime aree protette nate nelle Marche e la più grande tra quelle regionali. Esteso su una parte del versante Appenninico della Provincia di Ancona, interamente compreso nel territorio della Comunità Montana Esino-Frasassi, il Parco interessa direttamente cinque comuni: Arcevia, Cerreto d’Esi, Fabriano, Genga e Serra S. Quirico.  La sua area, oltre la caratterizzazione ambientale, possiede anche grosse attrattive turistiche, enogastronomiche e culturali. I piccoli centri collinari, ricchi di storia ed arte, si fondono mirabilmente alle bellezze naturali, in uno dei paesaggi più affascinanti del centro-Italia. La Sede operativa è un luogo aperto al pubblico per conoscere meglio la fauna e la flora dell’area protetta, notevole esempio di biodiversità. Originali ricostruzioni di contesti ambientali insieme a plastici didattici offrono una suggestiva introduzione alle passeggiate naturalistiche.