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LA STORIA

Gli storici non sono concordi nel definire l’origine e l’età del sito di Bisignano. Pacichelli scriveva che il luogo fu individuato da Bescio, capitano al servizio di Asckanel, pronipote di Noè, al quale “piacendo l’amenità dei colli bontà dell’amena fertilità del paese ne cominciò l’edifizio”. Il Pagano sostiene che Bisignano “è città di maggiore antichità, ed avanti il sec IV allorchè nacque la città di Turio nelle vicinanze di Badiza…”. Il Barrio accumuna Besidia alla città di Vescia o Bescia fondata dagli Ausoni. Il Curia sostiene che a fronte dei ritrovamenti storici, la nascita di Besidia può collocarsi tra il XV e il XIV  sec A.C.
Alleata dei Cartaginesi nelle guerre Puniche contro Roma si arrese a Gneo Servilio, console romano, nel 203. Occupata da Roma, Besidia fu ridotta “in stato schiavile”; durante la dominazione romana prese parte alle rivolte contro la supremazia di Roma combattendo a fianco del ribelle Spartaco. Con la caduta dell’impero romano Besidia passò prima sotto il dominio dei goti e dopo sotto quello dei Longobardi. È il caso di ricordare che il diritto longobardo si praticò fino ai primi anni del 1300. Combattè in prima fila contro i saraceni e data la sua posizione geografica favorevole al centro della Valle del Crati, risultò essere un baluardo insormontabile fino a quando i normanni, conquistando l’Italia meridionale, allontanarono definitivamente il pericolo musulmano. Nel 1054 Bisignano si governava da Comune “regolato dai consigli di Pietro de Turra”; nel 1056 passò al normanno Roberto il Guiscardo. Sono questi gli anni in cui Bisignano mantenne piena libertà civile. Nel 1461 fu infeudata da Luca Sanseverino e  Ferrante I D’Aragona. Fu principato dei Sanseverino fino al 1806, con alterne vicende legate alla fortuna politica e militare del casato.
Come il resto della Calabria fu investita da pestilenze (1348-1422-1528-1575-1647-1656), terremoti (1638-1783-1797-1832-1836-1838-1854-1887-1905-1908-1909) alluvioni di catastrofiche dimensioni (1595-1842-1887). Sede di Diocesi tra le più antiche con il suo primo vescovo Anderamus Bisuntianus, consacrato nel 743 mantenne tale stato fino al 1818 quando vi fu unita quella di San Marco. Dopo il 1820 il nome di Bisignano fu postposto a quello di San Marco, nel 1979 è stata unita all’Arcidiocesi di Cosenza. Tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800 Bisignano fu oggetto di assalti da parte di bande di briganti. Nel 1806 l’assalto del brigante Francatrippa alla testa di “due o tremila persone” provenienti da Acri fu respinto sempre grazie alle alture del castello. Dalla costituzione della Repubblica Partenopea, passando per la dominazione borbonica, fino all’unità d’Italia, Bisignano vide tramontare la sua potenza politica e civile. Le attese del popolo meridionale verso le nuove condizioni sociali e politiche scaturite dall’unità d’Italia andarono man mano deluse; lo scoppio delle guerre mondiali tolsero al popolo lo spirito e la linfa vitale per un pronto riscatto civile e a causa delle miserevoli condizioni dovettero sopportare usi e costumi feudali mantenuti dagli agrari dell’epoca. All’indomani del secondo conflitto mondiale Bisignano fu tra i primi paesi a scendere in lotta per la conquista del diritto di coltivare le terre abbandonate.
 
 
LUOGHI DA VISITARE
 
Cattedrale con annesso Episcopio che risale al tempo della caduta dei Vescovadi di Turio. Piu' volte ricostruita a causa dei terremoti, conserva ancora oggi l’arco della porta gotica e il portale anch’esso in stile gotico, rifatto a cura del vescovo B. Sculco all’indomani del 1797. La chiesa è costituita da tre navate, la centrale presenta una cappella sfondata con un affresco raffigurante l’Assunzione di Maria in cielo. Nella sagrestia vi sono invece i ritratti di alcuni vescovi che si sono succeduti nella sede episcopale. Attaccato vi è l’antico seminario, che per alcuni anni è stato sede dei corsi di liuteria del maestro Vincenzo De Bonis.
 
Palazzo Trentacapilli costruito pare ad opera dei fratelli Ruggeri, famosi architetti della metà del 1800; di forma rettangolare, con il portale in pietra tufacea, ampio atrio con scalinata anch’essa in pietra tufacea, ringhiera in ferro battuto.
 
Per chi desidera il contatto diretto con la natura, si consiglia di far escursioni nella zona a monte di Bisignano, ovvero a Gallice, Serramato, Pantano, che rappresentano i luoghi incontaminati e di immensa bellezza paesaggistica. La zona a valle è solcata dal Crati e dal Muccone.